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Grembo, racconti di pancia
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Grembo, racconti di pancia

Author: Anna Acquistapace

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Ciao, io sono Anna Acquistapace e questo è Grembo, racconti di pancia.
Ti parlerò di genitorialità e di tutti quegli aspetti che, a volte, o forse troppo spesso, non vengono a galla. Abbiamo una visione edulcorata della maternità: le donne devono saper conciliare saggiamente genitorialità, relazioni, lavoro. In questo podcast voglio dare voce a persone che raccontano la loro storia di maternità e paternità senza filtri e senza giudizi.
Non dispenseremo consigli o buone pratiche, e questa è una promessa.
L’obiettivo è aiutare, ispirare, avvicinare e far sentire meno sole le per
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2024-04-1103:00

In questo episodio vi racconto un progetto ispirato da questo podcast: "Ensemble, il festival #nofilter sulla genitorialità". Vi aspetto il 4 e 5 maggio 2024 alla Stecca3, Milano Per partecipare e scoprire il programma, tutti i dettagli sono qui: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-ensemble-il-festival-nofilter-sulla-genitorialita-875861263617
Perché alcune famiglie vanno spiegate più di altre? Quando si parla di una famiglia omogenitoriale, composta da due mamme o due papà, spesso si associa questa definizione a quella di “famiglia non-tradizionale”. Io vorrei che si parlasse semplicemente di famiglia, ma invece oggi dovremo un po’ spiegare. La storia di Martina è quella di una famiglia composta da due mamme e due figli. Due gemelli, per la precisione, e infatti le ho chiesto innanzitutto come si sopravvive! Nonostante Martina sia in coppia con un’altra donna, molte persone hanno sentito l’irrefrenabile necessità di attribuirle un’etichetta maschile, di padre. Quell’etichetta che deve barrare a mano, ogni volta che Martina compila un foglio all’anagrafe o un documento ufficiale relativo ai suoi bambini. Ma la buona notizia è che le leggi nel nostro Paese arrivano in ritardo rispetto alle persone: e quelle si stanno dimostrando di gran lunga più aperte e accoglienti. In questo episodio abbiamo dato anche uno sguardo al futuro. Come dice Martina, ogni genitore deve avere la possibilità di vivere la propria genitorialità indipendentemente dal genere o dal ruolo che ha all’interno del suo nucleo familiare.    
“La parte che più mi ha offesa è stato avere di fronte qualcuno che non credeva quando io spiegavo cosa stava succedendo al mio corpo” Quando una donna si avvicina al mondo della maternità, impara tante parole nuove: percentili, puerperio, primipara, colostro, meconio, test di apgar, co-sleeping, baby wearing… E poi ce n’è una, che si spiega da sola: violenza ostetrica. In realtà questa parola, che è importante integrare nel proprio vocabolario, ha una definizione che va oltre gli abusi fisici e che rientra nell’ambito psicologico. Stella Pulpo, autrice del blog “memorie di una vagina” mi ha raccontato di una violenza che ha a che vedere con la mancanza di ascolto. Abbiamo parlato della sua storia di parto, del fare pace con i nuovi tempi, con le nuove priorità, di fare pace con sé stessa. Le ho chiesto se e come cambia la vita sessuale dopo l’arrivo dei figli. E Stella mi ha risposto con una contro-domanda: Qual è quell’aspetto della nostra vita che non cambia con l’arrivo dei figli?
Si dice spesso che nessuno ti insegna a diventare genitore, anzi che ci vorrebbe un corso, una patente.Daniele ha deciso insieme alla sua compagna Mickol che in realtà il loro cammino di genitorialità sarebbe stato una "Guida senza patente", perché è solo così, guidando senza patente e senza freni che si può vivere la parte più bella della vita. Papà di tre bambini, tre maschi, Daniele non sentiva le coordinate che tipicamente vengono associate alla paternità, cucite su di lui. E per vivere al meglio la parte più bella di questo viaggio, ha voluto liberarsi di quelle sovrastrutture e stereotipi che tanto gli stavano stretti. Gli ho chiesto di raccontarmi cosa significa crescere dei figli maschi all’interno del valore della parità di genere.Abbiamo parlato di educazione affettiva e della necessità di manifestare le proprie emozioni.Tra un cambio pannolino che si è rivelato un momento di cambio incredibile di vita e una battaglia per mettere i fasciatoi anche nei bagni degli uomini, Daniele sta abbattendo muri e pregiudizi per una narrazione della paternità diversa e più attinente al reale.
La parità di genere può far paura? Sembra una domanda bizzarra la mia eppure molte volte, quando si parla di questo tema, ci sono tanti preconcetti. In questo episodio vi presento la storia di Zaira Schauwecker e del suo percorso di maternità che si è realizzato dopo diversi tentativi di PMA. Zaira ha approfondito i temi della parità di genere perché si è resa conto di come gli stereotipi di genere si riversino su bambine e bambini, ancor prima che nascano. In questo episodio abbiamo parlato dei gender reveal party e di come queste feste veicolino un’immagine stereotipata di genere, dalle principesse e unicorni alle pistole e razzi.  Ma non ci siamo fermate al blu e al rosa, abbiamo parlato anche di rientro al lavoro, della connessione tra la cura dell’ambiente e la parità di genere, di accudimento -tra biologia e cultura- e di gonne indossate da bambini (con annesse reazioni).Le bambine e i bambini possono scegliere tra le opzioni che gli diamo in quanto società e in quanto famiglia. Ma si può davvero parlare di libertà di scelta quando le opzioni sono tanto stereotipate? Vi invito ad ascoltare questa storia perché penso vi suggerirà delle nuove domande e magari delle nuove opzioni da offrire.
“Quando sarai mamma cambierai idea” “Dici così adesso, ma poi ne riparliamo” Quante volte ci è capitato di ascoltare queste frasi ancor prima di diventare genitore? E quante volte invece ci siamo ritrovati a smentire queste affermazioni, magari proprio con la nostra esperienza? Quando Valentina, meglio conosciuta come La Rotten, è diventata mamma di Mia, ha scritto un nuovo capitolo della sua vita, senza cadere nella narrazione edulcorata della maternità.  Anche perché le zone d’ombra esistono e non dobbiamo per forza ometterle o raccontarle in modo diverso. Basta perseguire una narrazione onesta, autentica. Con Valentina abbiamo parlato di temi importanti come l’uso della tecnologia da parte dei più piccoli, l’identità digitale, il consenso, i nuovi e vecchi modelli educativi a confronto. “Un’infanzia dalla quale non dover guarire” questa frase è diventata il titolo di questo episodio e sarebbe bello che questa promessa che Valentina ha fatto a sua figlia, diventi un regalo per tutte le generazioni che verranno. PS al momento della registrazione di questo episodio Valentina non ricordava dove avesse letto questa frase. Ora posso dirvi che queste parole appartengono a Camilla Stellato, a cui va tutta la nostra gratitudine.
La storia di Irene è quella di un viaggio iniziato nel 2019, che da Bogotà ha portato a Roma la piccola Lina Isabel. Quando si parla di adozione, solitamente pensiamo a percorsi lunghi, a volte difficili, che culminano nell’incontro con il proprio figlio o figlia. Ma da dove partire? A chi rivolgersi? Per Irene la vera sfida è iniziata dal momento successivo all’incontro con sua figlia, quando da un giorno all’altro si è sentita ripetere le parole “mamma, mamma, mamma”, facendola vivere in bilico tra un desiderio finalmente avverato e una sensazione di schiacciamento in un ruolo per il quale, lo sappiamo bene, non abbiamo un vero manuale d’istruzioni.  In questo episodio abbiamo parlato adozione ma anche di aspettative della società sul ruolo di madre. Abbiamo detto forte e chiaro che è normale avere un po’ di nostalgia della nostra vita precedente. La maternità è un cammino in continua costruzione, e la storia di Irene ci aiuta a fare chiarezza non solo sul tema dell’adozione ma anche a creare una narrativa più autentica della maternità.
Si parla di lutto perinatale quando si perde un bambino durante la gravidanza, il parto o qualche tempo dopo la nascita. Anche se ci sono definizioni più accurate in base al momento in cui il tutto accade, l’intensità di un dolore, comune a tante donne, non si misura in settimane di gestazione. Perché si parla così poco del lutto perinatale? Perché esiste ancora un tabù su questo argomento?  Perché sono storie che raccontiamo a voce bassa?  Per cercare anche io di rompere con questo tabù ho voluto incontrare Arwa, una mamma che dopo due interruzioni di gravidanza ha vissuto 9 mesi di attesa e un parto. Tutto nella norma, sembrava. Eppure il cuore del piccolo Almir ha cessato di battere pochi giorni dopo la sua nascita. “Uno su un milione” le dicono i medici. Ma statistiche di questo tipo non fanno altro che appesantire una notizia che rimarrà per sempre nella vita di questi genitori. C’è bisogno di coraggio per accettare un lutto perinatale e rialzarsi. Ce n’è ancora di più bisogno per testimoniare. Ma Arwa si è aperta al microfono di Grembo con grande coraggio: la sua storia vuole essere una luce che dà forza a lei e a tutte le donne che sono o potrebbero trovarsi in questa situazione. Un consiglio prima di iniziare: questo episodio tratta di argomenti molto sensibili e dolorosi: assicuratevi di ascoltarlo in buone condizioni. Se sei una mamma o un papà che sta vivendo un lutto perinatale, non fermarti a queste parole e ricerca un percorso approfondito con un professionista competente  che ti possa aiutare nella guarigione. Ti segnalo in particolare https://www.ciaolapo.it/
Facciamo un esercizio: pensate ad un “detto” che riguarda la figura della mamma.A me viene subito in mente “Di mamma ce n’è una sola” oppure “la mamma è sempre la mamma”. Questi detti nascondono dietro di sé secoli di una cultura patriarcale che hanno affidato alla madre il ruolo di figura genitoriale di riferimento. ​Quando nasce un bambino, nonostante l’obbligo oggi in Italia, solo il 35% dei papà usufruisce del congedo parentale.Eppure aldilà dei numeri, è evidente che il cambio culturale sulla paternità è ormai in atto: i papà sono sempre più partecipi nella vita dei loro figli.Perché allora ci capita ancora di sentire definizioni infelici come “mammo” oppure “papà-baby sitter”?Diego di Franco, conosciuto anche come “Il Meraviglioso mondo dei papà”, ci ricorda che esiste già una parola bellissima per indicare la figura maschile che si occupa dei figli: papà.E a proposito di definizioni, Diego ne ha scelta una, in inglese, che è “Stay at home dad”.La sua storia infatti è quella di un papà che con l’arrivo dei figli ha scelto di stare a casa, mentre la moglie svolge la sua professione di ingegnera. In questo episodio abbiamo parlato di stereotipi di genere, di suddivisione dei compiti, di trend su TikTok che non fanno bene alla salute. E ancora, dell’immagine di una madre troppo idealizzata e quella di un padre troppo denigrato. La parità di genere inizia a casa e continua nella società. Sappiamo che ci vuole del tempo per far cadere uno ad uno gli stereotipi.Ma con la sua preziosa testimonianza, Diego sta dando un colpo di acceleratore.
Ripetiamolo tutti insieme: il multitasking non esiste!È impossibile fare due azioni contemporaneamente. È il nostro cervello che passa molto velocemente da un’azione all’altra. Oggi però, attraverso la storia di Annalisa Monfreda, vi vorrei raccontare di un altro nostro acerrimo nemico: il carico mentale.Annalisa è una donna emancipata, ha sposato un marito femminista e sta crescendo le sue due figlie libere. Nonostante questo quadro, che può sembrare idilliaco, lei stessa è caduta vittima dell’organizzazione mentale che c’è dietro ogni attività. In questo episodio abbiamo parlato di quanto sia necessario creare una narrazione più autentica. Ok alla straordinarietà di alcune donne, ma abbiamo bisogno anche del racconto di una normalità, una normalità autentica, non finta né mediata dai social. Ho chiesto ad Annalisa di raccontarmi come ha trovato l’equilibrio nella coppia, mantenendo i propri spazi e desideri. Non vi darò ora una risposta semplice perché voglio invitarvi ad ascoltare l'episodio. Ma posso anticiparvi un’immagine: “rendere visibile l’invisibile”.
Quando nasce un bambino sono molti i genitori che si sentono raccomandare pratiche e buone abitudini, soprattutto quando si parla di alimentazione.Si inizia fin dai primi attimi di vita, ci si ritrova davanti a due strade: allattamento al seno o biberon?Ho incontrato Francesca Ghelfi, in arte “Leguminosa”, mamma di due bambini e nutrizionista.Il cibo ci accompagna ogni giorno da quando nasciamo. Ma invece di pensare alle tabelle e ai modelli, Francesca mi ha ricordato che il cibo racchiude in sé storia, cultura, accoglienza e tutta una serie di valori che trasmettiamo ai nostri figli.Abbiamo parlato della sua missione che non è solo di suggerire i giusti nutrienti ma di far sentire accolti i bambini.Una cosa non scontata per la nostra generazione. In questo episodio abbiamo immaginato il futuro, quello che stiamo costruendo ogni giorno per i nostri figli attraverso le nostre scelte, non solo in termini di alimentazione. Per esempio, ci siamo dette che non basta avere una cucina giocattolo per sollevare automaticamente la responsabilità che hanno le donne nella cura domestica. Abbiamo parlato di spazio, di quanto sia importante pensare nuovamente la comunità per ritrovare quel villaggio che oggi non c’è più. I nostri bambini sono alla base della società: ricordiamoci del futuro. --"Grembo, racconti di pancia" è un podcast originale LUZ, di Anna Acquistapace. Questo episodio è stato realizzato insieme a Mustela. Il montaggio è di Agustina Arevalos. Le musiche è "La jardinera"ed è interpretata da Pablo Sepulveda Godoy. L'illustrazione è di Giulia Rosa.
L’unica cosa che arriva nella tua vita per non andarsene più sono i figli. Questo pensiero può far paura, soprattutto se a farlo è una persona che nella vita ha una certezza: non voglio diventare genitore. Matteo Bussola non solo è diventato papà di tre bambine ma non ha voluto arrendersi alla narrazione che solitamente veniva accostata alla paternità. Si è liberato da quella che lui stesso ha definito come “la presunzione di sapere con incontrovertibile certezza quello che vogliamo e quello che ci serve”Ho chiesto a Matteo di raccontarmi come la sua vita si è trasformata, se è vero che la qualità del tempo che trascorriamo con i nostri figli è più importante della quantità. Abbiamo parlato di cose da maschi e cose da femmine. Gli ho chiesto perché suona strano sentire le parole: “sindaca”, “avvocata”, “ingegnera”.La sua paternità inattesa è stata l’esperienza che gli ha permesso di cambiare lo sguardo sul mondo, di definire nuove priorità, di acquisire tutta una serie di abilità che lo hanno fatto migliorare anche come professionista. Matteo è uno scrittore e illustratore. Vive di storie. E le storie formano il nostro immaginario, creano aspettative e contribuiscono a creare la realtà. Buon ascolto!---"Grembo, racconti di pancia" è un podcast originale LUZ, di Anna Acquistapace.Questo episodio è stato realizzato insieme a Mustela.Il montaggio è di Agustina Arevalos.La musica è "La jardinera" ed è interpretata da Pablo Sepulveda Godoy.L'illustrazione è di Giulia Rosa.
Il gioco è il lavoro del bambino: questo è uno dei mantra di Maria Montessori, che in questo episodio la sentirete chiamata in causa come “zia Mary”. A darle questo titolo è Anna, meglio conosciuta su Instagram come “ZenosRoom”. Mi ha raccontato in modo genuino, a volte molto diretto e senza filtri, di come ogni giorno si impegna affinché suo figlio possa vivere al meglio il momento del gioco.Lontano da un mondo instagrammabile, pinteristiano e beige, se scorrete il suo profilo Instagram troverete un arcobaleno di giochi, di libri, di idee ma anche di riflessioni molto serie che nascono dal suo quotidiano di mamma. Anna lavora ogni giorno per fare in modo che lo spazio fisico ma anche quello mentale sia ordinato e funzionale, lontano dal mito della performance. Nella nostra chiacchierata siamo passate dalla gestione delle emozioni a come affrontare episodi di bullismo fino al rischio di un trend come la “child free zone”. Anche se abbiamo parlato di mondo degli adulti e mondo dei bambini, la sensazione che ho avuto dal nostro incontro è che il mondo è comunque uno solo.Un mondo dove i bimbi devono essere trattati in quanto tali e non come adulti da plasmare.---Grembo, racconti di pancia è un podcast originale LUZ, di Anna AcquistapaceQuesto episodio è stato realizzato insieme a MustelaIl montaggio è di Agustina ArevalosLa musica è "La jardinera" ed è interpretata da Pablo Sepulveda GodoyL'illustrazione è di Giulia Rosa
​​Uno schema che si ripete: studi-laurea-fidanzamento-matrimonio-figli-lavoro.Quando vogliamo a fare in modo che la nostra vita sia una linea retta, rischiamo di perdere di vista le curve, gli spigoli, i cambi di direzione. Sono le aspettative che gli altri hanno su di noi che ci rallentano.Questa cosa, Marta, l’ha capita bene.Diventata mamma a 25 anni, ha dovuto affrontare una malattia, la preclampsia, detta anche gestosi. Ecco la prima aspettativa che non si realizza: quella di un corpo che, nonostante la giovane età, ha dovuto affrontare una malattia, la cui unica cura è il parto.Alessia nasce prematura e con lei nasce una mamma, che deve combattere il senso di colpa per non essere riuscita a tenerla in pancia un po’ di più. Poco dopo arriverà un’altra bambina, Elena.“L’amore si moltiplica”, vero, ma il tempo, quello no. Tutto può diventare ancora più complesso se nella coppia non si riesce a ritrovare quella complicità che ti aiuta a superare i momenti più difficili.In questo episodio abbiamo anche parlato di violenza, che ha molti volti, così come di egoismo, che non è necessariamente qualcosa di negativo.Vi invito ad ascoltare questo episodio tenendo a mente l’eredità che Marta vorrà lasciare alle sue figlie: non c’è alcuna aspettativa, crescete libere, di sbagliare, di tornare indietro e di ripartire.--Grembo è un podcast originale LUZ, di Anna AcquistapaceIl montaggio è di Francesco Carella La musica è "La jardinera", interpretata da Pablo Sepulveda Godoy
Avere figli non deve essere un obbligo. Anche in tempi di denatalità. Nella scelta consapevole di non fare figli c’è ben poco di semplice perché da sempre le donne childless hanno dovuto trovare delle ragioni per giustificare le loro scelta. Mentre è difficile che succeda il contrario.Ho incontrato Alice Siracusano per farmi raccontare il percorso che l’ha portata a decidere che la maternità avrebbe preso un’altra forma rispetto al generare un figlio. In questo episodio abbiamo parlato del condizionamento che le donne vivono già dall’arrivo delle prime mestruazioni e dell’aspettativa implicita che questa cosa porterà ad altro.Abbiamo messo a fuoco la differenza tra il dovere di fare un figlio e il desiderio di averne.Abbiamo percorso la strada intrapresa da Alice, da sola ma anche insieme al suo compagno. Il desiderio di diventare madre, padre (o meno) può nascere dalla pancia. Ma deve essere esplorato, approfondito. Perché il “prendersi cura” può vivere anche attraverso altre forme. — Grembo è un podcast originale LUZ di Anna AcquistapaceIl montaggio è di Francesco CarellaLe grafiche sono di Agustina Arevalos La musica è “La jardinera”, una versione interpretata da Pablo Sepulveda GodoyL’illustrazione è di Giulia RosaSe ti è piaciuto questo episodio condividilo con i tuoi amici via WhatsApp, Facebook, Instagram, Telegram. Se vuoi scrivermi: anna.acquistapace@luz.it Mentre su Instagram mi trovi come: www.instagram.com/acquistapace.anna
Quanto può far paura diventare mamma da sola? Quanto tempo ci può volere? E quanto costa? La storia di Chiara, madre a 45 anni grazie all’ovodonazione, è l’esempio che quando si decide di avere un figlio, i timori e le paure possono lasciare spazio al coraggio e alla bellezza.
Un biglietto per la Palestina in mano (per diventare fotoreporter di guerra) e un test di gravidanza positivo nell’altra. Quando la vita ti mette davanti a un bivio possiamo viverla come la rinuncia di una strada oppure come una possibilità che la vita ti sta offrendo. È questa la storia di Gaia, diventata mamma per la prima volta a 23 anni. Eppure quando la sua vita sembrava aver preso quella direzione, si è trovata a dove cambiare strada nuovamente. Le etichette però, si sa, non funzionano. Da mamma single, Gaia è diventata mamma di una famiglia numerosa, perché dall’incontro con Michele sono nati tre figli. Davanti a questo microfono abbiamo parlato di scelte, di crescita, della responsabilità nel crescere un figlio maschio e di identità digitale. Quando Gaia mi ha raccontato uno di quei momenti di bivio, mi è piaciuta l’immagine che mi ha descritto: quella del tramonto che ricadeva sulla giusta direzione che avrebbe preso di lì a poco: verso Lecco la sua città d’origine, dove sarebbe ritornata, dove c’era un ancora un po’ di luce.--Grembo è un podcast originale LUZ, di Anna AcquistapaceIl montaggio è di Francesco CarellaLa musica è "La jardinera"una versione interpretata da Pablo Sepulveda Godoy
La normalità non fa notizia: è quella che viviamo ogni giorno. Eppure siamo sicuri che per questo sia meno interessante?I nove mesi di gravidanza sono il periodo in cui accogliamo una vita che cresce giorno per giorno dentro di noi.Ma è anche il tempo che ci è concesso per preparaci ad un cambio radicale della vita: diventare madre. Gaia è una sostenitrice convinta della normalità, ma la gravidanza per definizione è un evento straordinario per chi la vive! La incontro che è al settimo mese: è in attesa della sua prima figlia.In questo episodio racconterà di momenti di grande euforia e gioia, come quelli che accompagnano la scoperta di un test finalmente positivo, ma anche di timori e preoccupazioni, ad esempio di quello che sarà l’”evento parto”. Con la sua ironia e il suo particolare sguardo sul mondo, Gaia ci restituisce un po’ di sana realtà, di quella che è un’esperienza totalizzante della propria vita. Perché sì, è vero, quando si parla di maternità è facile diventare monotematici.Ma capiremo presto che la retorica della performance, che tutte le donne devono vivere, ha nel periodo della maternità un’ottima palestra.--Grembo è un podcast originale LUZ, di Anna AcquistapaceIl montaggio è di Francesco CarellaLa musica è "La jardinera" una versione interpretata da Pablo Sepulveda Godoy
Grembo, il trailer

Grembo, il trailer

2023-04-1100:59

Benvenut* su Grembo, racconti di pancia!In questo podcast vi accompagnerò attraverso storie di donne che condivideranno il loro racconto di pancia. Lo farò mettendo da parte i preconcetti per raccontare una maternità diversa, senza filtri, senza giudizi. Il Grembo è il luogo da cui tutti noi veniamo, il nostro porto sicuro. Ma è anche la nostra finestra sul mondo.-- Grembo è un podcast originale LUZ, di Anna AcquistapaceIl montaggio è di Francesco CarellaLa musica è "La jardinera" una versione interpretata da Pablo Sepulveda Godoy
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